Influenza aviaria: H3N8 muta e c’è il rischio di trasmissione umana

Influenza aviaria: H3N8 muta e c’è il rischio di trasmissione umana


Dopo due casi, per fortuna risoltisi positivamente, nel 2022 e un terzo caso dall’esito infausto nel 2023 (tutti segnalati in Cina) il virus dell’influenza aviaria A H3N8 è un sorvegliato speciale. E a ragion veduta: un team di ricercatori del Centro di prevenzione e controllo malattie cinese e della China Agricultural University ha scoperto che questo patogeno sta mutando e – sostengono gli autori dello studio – ha acquisito caratteristiche che aumentano il rischio di trasmissione umana per via aerea.

Tre casi nell’essere umano

H3N8 è un sottotipo del virus influenzale A, endemico negli allevamenti di polli e altri volatili in Cina (si tratta di un virus diverso e non correlato con il più diffuso H5N1, che sta colpendo uccelli selvatici e di allevamento in tutto il mondo, nda). Nel 2022 la superpotenza asiatica aveva segnalato due casi di influenza aviaria di tipo A in due bambini, poi guariti. Un terzo caso di polmonite grave riconducibile al medesimo virus venne poi segnalato nel 2023: la donna colpita, che aveva già uno stato di salute compromesso, è deceduta a marzo scorso. Nessuno dei parenti e degli altri contatti stretti delle persone che si sono ammalate è risultato positivo a H3N8.

Il virus influenzale si adatta

Anche se i casi di passaggio all’essere umano finora sono stati pochi e non c’è stata trasmissione da persona a persona, H3N8 deve essere monitorato. Gli esperti cinesi si sono così messi al lavoro per caratterizzare il virus isolato da uno dei pazienti umani.

I test effettuati in laboratorio, affermano i ricercatori, hanno messo in luce come nel passaggio di specie H3N8 abbia subito diversi cambiamenti.

In particolare, H3N8 si sarebbe adattato e avrebbe acquisito affinità per i recettori umani: nelle colture in vitro di cellule epiteliali bronchiali e polmonari umane ha dimostrato di sapersi replicare in modo efficiente – il che è probabilmente la ragione del manifestarsi della sindrome da distress respiratorio acuto grave (in un caso fatale) nei pazienti identificati.

Inoltre, nei test su topi e furetti (animali modello più affini all’essere umano) l’infezione non solo è avvenuta e ha causato seri danni all’organismo, ma il virus si sarebbe anche trasmesso tra conspecifici attraverso goccioline respiratorie. Gli scienziati avrebbero in aggiunta constatato un cambiamento nella struttura del virus (la sostituzione aminoacidica PB2-E627K) necessaria per la trasmissione aerea.

La buona notizia è che il virus H3N8 non ha ancora acquisito alcune caratteristiche cruciali che rendono i virus influenzali molto più adattabili e trasmissibili sia tra altri mammiferi che nell’essere umano. C’è comunque da stare all’erta anche sulla questione immunizzazioni: anche chi è vaccinato contro il virus H3N2 umano sembra vulnerabile all’infezione.



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di Mara Magistroni www.wired.it 2023-09-05 14:53:54 ,

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